Prima Abitudine. Sii PROATTIVO
Le persone PROATTIVE si assumono la responsabilità della propria vita, non scaricano le colpe sui loro genitori , non incolpano la genetica, le circostanze, le condizioni. Sanno che la loro vita è il frutto delle loro scelte. Al contrario delle persone reattive che sono influenzate dall’ambiente esterno, se il tempo è buono loro stanno bene, se il tempo è brutto questo influenza il loro comportamento e il loro umore e scaricano le colpe dei loro insuccessi sul tempo. I fattori esterni agiscono da stimolo a cui noi rispondiamo, bisogna essere consapevoli che noi abbiamo il potere effettuare la scelta migliore in piena libertà.
Anziché reagire o preoccuparsi per le condizioni che non si possono controllare, le persone proattive concentrano i loro sforzi e le loro energie negli aspetti che possono controllare. I problemi, le sfide, le opportunità che non tutti affrontiamo possono dividersi in due aree: il circolo delle preoccupazioni e il circolo d’influenza.
Le persone proattive concentrano i loro sforzi sul loro circolo d’influenza. Loro agiscono su quelle cose su possono fare qualcosa: salute, figli, problemi del lavoro e altri problemi concreti. Le persone reattive concentrano i loro sforzi nel circolo delle preoccupazioni, cose su cui possono fare poco o nulla: la politica internazionale, il debito pubblico, il terrorismo, il tempo.
Capire quali sono le aree in cui è meglio concentrare i nostri sforzi è un passo da gigante nella strada per diventare una persona proattiva.
tratto da "The Seven Habits of Highly Effective People" di Stephen Covey
Il libro è tradotto in italiano con il titolo schifosissimo "Le sette regole del successo." Diventa così un altro esempio di quella eugenetica del successo che ha contribuito a far più danni della grandine.
RispondiEliminaInvece, come dici e fai trapelare tu, il libro è una pietra miliare del modo di vedere le cose da un altro punto di vista, quello giusto.
Sarà ancora più facile fare il primo passo, il meta passo (ascoltare per imparare e non per rispondere) quando si comincerà a scrivere e menzionare per prima cosa quella positiva e poi l'altra meno utile, piuttosto che dire "anziché questo loro fanno così." Questa, perdonami, è proattività nell'animo ma non nei fatti. Deve solo uscire fuori, siamo più che sulla buona strada.
Dico questo perché da anni sto per fortuna ai margini del mondo glamour dei motivatori, che creano imperi e trasmettono poco più di niente, o solo dipendenza. Sono quelli che hanno capito che si doveva ascoltare per imparare ma dopo due minuti avevano già cominciato a rispondere a raffica, anzi infilandosi nella minima pausa nella quale l'interlocutore riprendeva fiato.
Il libro è bellissimo, leggetelo.
Mi sa che lo leggo... SOLO SE è tradotto meglio del titolo!
RispondiEliminaTradotto proprio bene. E poi c'è anche il seguito: "L'ottava regola"
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